Da Joni Mitchell a Rachmaninoff, sei brani musicali che vogliamo consigliarvi in questi giorni difficili.
Semplicemente una piccola lista di canzoni che ci piacciono molto e che vorremmo consigliarvi, dal rock alla classica, senza un preciso filo conduttore – se non il fatto che alcune, in questi giorni di isolamento, sembrano volerci dire qualcosa.
I tramonti insieme, la colazione a letto e i piccoli interrogativi sul futuro cantati dolcemente da Ian Anderson, accompagnato dalla sua caratteristica chitarra acustica: Wond’ring Aloud è una splendida canzone che sa emozionare in soli due minuti.
Come Wond’ring Aloud ci sono poche canzoni. Ma cosa ricordate dei Jethro Tull? Forse il flauto traverso suonato su una gamba sola, il riff hard di Aqualung, la Bouree di John Sebastian Bach in una incredibileinterpretazione jazz/rock. Ma nella loro discografia vi sono seminate tantissime canzoni acustiche che sono passate in secondo piano, sono meno ricordate, non appaiono nelle classiche playlist di ballate rock e non ricevano molti omaggi da aspiranti chitarristi e cantanti su Youtube. Oggi ne scopriamo insieme una, tra le più belle della loro produzione.
Una veloce (ri)scoperta del repertorio per banda, per non farsi trovare preparati domenica 1 Settembre a Gubbio, durante la diciassettesima edizione di Sbandiamo!
Provate a ripensare ad occhi chiusi alle feste di paese della vostra infanzia: la gioia nel poter vedere tutti i vostri amici, la vista delle bancarelle che riempivano tutte le strade, l’odore dello zucchero filato e di altri tantissimi dolci. Ma, anche, in sottofondo, il suono di una banda a portare ancora più allegria a quelle bellissime giornate. E’ possibile però che, col passare degli anni (anche se siete degli appassionati di musica) abbiate sfortunatamente perso di vista questo genere di musica e di gruppi musicali. In occasione della diciassettesima edizione di Sbandiamo!, una rassegna musicale molto particolare che si terrà domenica 1 Settembre a Gubbio, noi di Piramide Capovolta vi portiamo alla (ri)scoperta, in pillole, del repertorio bandistico moderno, per non farsi trovare impreparati davanti a questi 400 musicisti provenienti da tutta Italia.
Una mappa per orientarsi nella discografia di uno dei più importanti cantautori italiani contemporanei: Daniele Silvestri.
Oggi, 3 maggio 2019, esce il nuovo album di Daniele Silvestri: La Terra sotto i Piedi, nono della sua discografia. Noi di PiramideCapovolta crediamo non ci sia occasione migliore (è anche il suo venticinquesimo anno di carriera!) per offrirvi una piccola mappa per scoprire la Musica di uno dei più famosi parolieri italiani attuali. Per chi conosce solo l’estiva Salirò o si è appassionato al suo rap a Sanremo 2019, per chi vorrebbe approfondirlo ancora di più ma non sa da dove cominciare, per i fan sfegatati (o meglio dire, per i Testardi!) che vogliono sentirsi fieri perché “questa la so!” :una chiave di lettura per tutti, con l’obiettivo di essere il più esaustivi possibili e dare un’infarinatura della carriera di Silvestri, con i brani più importanti, famosi, essenziali per capirlo. Per questo, crediamo sia indispensabile l’utilizzo della nostra playlist Spotify o Youtube, con tutte le canzoni di cui parleremo o che accenneremo (perché ha scritto così tante belle canzoni da non poter approfondirle tutte!)
P.S.Sembra quasi superfluo dirlo, ma c’è qualche piccola nota. Ovviamente, la nostra è una guida dettata spesso da giudizi personali: potrebbe mancare la vostra canzone preferita, considerata da chi scrive meno “essenziale” per la conoscenza dell’autore, o semplicemente scartata per questione di spazio e tempo, ma accettiamo volentieri tutti i consigli. Inoltre, parliamo della MUSICAdi Daniele Silvestri, e perciò eviteremo i discorsi strettamente politici o che ci girano intorno. Concludo dicendo che è un articolo molto corposo e lungo, che richiede molto tempo se ascoltate tutti i brani: perciò consiglio di dividere la lettura in più momenti. Buona lettura! Continua a leggere “L’uomo col Megafono: conoscere la Musica di Daniele Silvestri”
8 dicembre 1980. John Lennon viene ucciso davanti all’ingresso del Dakota Building. E’ uno choc mondiale. Questo è l’addio, in musica, dell’amico Paul McCartney.
8 dicembre 1980. 22:51: John Lennon viene ucciso da quattro proiettili di fronte all’ingresso della propria abitazione, il Dakota Building. Mark Chapman, assassino per “ricerca di attenzione” di quello che lui definiva “un bersaglio ben più semplice di star come Johnny Carson o Elizabeth Taylor”, aveva appena compiuto uno degli omicidi più famosi della storia del rock. Uccidendo un uomo, e poi un artista, che ha segnato intere generazioni. E’ una storia che conoscono tutti.
Così come è famosissima la storia del rapporto tra Lennone McCartney: la grande amicizia, la rivalità, il sogno condiviso, i capolavori, e poi le gelosie, i tentativi di tenere solida la band quando ormai c’era poco da fare, e i due abbandoni (di cui il primo, quello di John, fu inizialmente tenuto nascosto). Da lì anni di sfide legali, riferimenti e frecciatine (velate o meno) sempre più dure, fino alla riappacificazione e alla reunion sfiorata, sul divano di casa Lennon. Ma per una volta vogliamo lasciar parlare un brano, da solo: Here Today, in ricordo di quel dreamer che ha fatto la storia della musica.
Nel 1971 un gruppo rimasto praticamente sconosciuto, registrava un disco che vale la pena ascoltare. Meno di cento copie in tutto, oggi sono pezzi da collezione.
100pounds, 8 ore in sala di registrazione, 99 dischi stampati: un offerta speciale, inserita sulla rivista inglese Melody Marker, che diventava un’allettante occasione da non perdere per Phil Newton. Fu così che i Grannie, cover band che a partire dal 1968 suonava nei locali londinesi, registrarono il loro primo e ultimo disco:Grannie 1971negli David Richardson’s SRT.Continua a leggere “Grannie: incidere un gran bel disco e non rimanere nella storia”
Quando i Pink Floyd pubblicarono il disco “The dark side of the moon” c’era già un altro disco con quello stesso titolo
Nel 1973 i Pink Floyd pubblicarono il loro ottavo album in studio dove esploravano il lato oscuro del nostro satellite: The dark side of the moon. Nome evocativo che calza a pennello con l’immagine che il gruppo inglese si era costruita: davvero un gran bel titolo. Tanto che un anno prima, nel 1972, i Medicine Headpubblicavano un disco con lo stesso nome (fatta eccezione che mancava l’articolo the). Continua a leggere “Dark Side of the Moon: i due lati oscuri della luna”